giovedì 27 settembre 2012

Ai miei figli - poesia




Ai miei figli

 

Diventare papà
è stata la più grande delle vittorie.
Svolgere al meglio questo compito
ora è la mia sfida.
Quando poi le vittorie nel tempo
sono diventate addirittura due…
la sfida è diventata
una… meravigliosa sfida.
Il pianto, la gioia, le urla
tutto…
tutto merita la mia attenzione.
Il loro respiro.
I loro sospiri ed i loro pensieri.
Le loro preoccupazioni e…
le loro gioie.
Le parole dette e quelle non dette.
Le marachelle scoperte ed i guai nascosti.
Nulla cambierei di tutto questo.
Nemmeno la sofferenza
che mi attorciglia le viscere
ogni qualvolta sono lontani da me.
Li adoro… Li amo…
Sono la mia vita e la mia morte.
Sono me…
Ma sono soprattutto loro stessi.
Li adoro per come sono,
così come sono.
Adoro le mie due vittorie,
i miei due grandi amori…
Giorgia e Nicolò, i miei figli.

 
Valter Giraudo

 
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1° PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA
"CITTA' DI TORVAIANICA" 2009-2010

Edizioni Stravagario

 
4° classificato:  Valter Giraudo con le poesie “Per Laura (Amore eterno)” e “Ai miei figli”

 



martedì 25 settembre 2012

L'ultima vittima - racconto


L’ultima vittima

La prima vittima, un’anziana donna, la prese con l’inganno.
- Vuole per caso un aiuto per portare la spesa? - le chiese gentilmente. Lei accettò, stupita e ammaliata da tanta gentilezza. Arrivati a casa di lei, la violentò ripetutamente nel buio, poi la uccise e le mangiò il cuore.
La seconda fu una bellissima ragazza dai capelli rossi, scelta a caso sulla banchina della metropolitana, tra la folla. Una semplice spintarella sui binari e via, carne rosa divenuta poltiglia.
La terza, ancora un gioco da bambini: bionda autostoppista, in cerca di avventura. E avventura trovò… Fu vivisezionata e torturata. Oramai è solo più cibo per cani.
Venne la quarta, verdi occhioni adolescenti che soffrivano di solitudine e cercavano conforto. La conobbe tramite una chat-line. La invitò a casa e, dopo averla posseduta più e più volte, l’uccise a morsi, strappandole i sogni con i denti.
Poi quinta e sesta vittima, alunna e maestra elementare, insieme. Fu sesso rubato, violento, sadico, seguito da un tuffo in fondo al fiume.
La settima fu la commessa di un bar del centro. L’aspettò all’uscita dopo la chiusura del locale e la strangolò lentamente con un cavo d’acciaio nel buio parcheggio.
Per ogni morte, fremendo di piacere, ascoltava il suono della vita evaporare. Godeva di quei momenti unici, irripetibili. Lo facevano sentire potente, invincibile, padrone della vita.
Infine giunse lei, bella, misteriosa, provocante; la incontrò di notte, in discoteca. Ne fu subito ammaliato e la volle come amante.
Ma quando, dopo l’amplesso, lui alzò la lama per colpirla, fu un istante troppo lento: i canini assetati di lei si conficcarono nel suo collo e lo consumarono nel vento.

(racconto di pura  fantasia)
Valter Giraudo


venerdì 21 settembre 2012

L'Araba Fenice: un mito che continua....

 

IL MITO DELL' ARABA FENICE
 
 
Un nome senza tempo, che si perde nella notte ancestrale dei secoli.
Una Stella senza età, come un mito che non vuole spegnersi.

Un simbolo che sa tanto di verità, questa è l'Araba Fenice, l'uccello Sacro dell'Antico Egitto, somigliante ad un aquila con piumaggio vivamente.

L' Araba Fenice nutrendosi di Perle d' Incenso viveva per 500 anni per poi ardere sul rogo e quindi rinascere dalle sue stesse ceneri più Pura e più Bella.
Cosa rara e quasi impossibile a trovarsi la Fenice divenne per gli scrittori cristiani il Simbolo della Resurrezione così come nel linguaggio popolare un qualcosa di tanto straordinario da sembrare inverosimile, una specie di PORTAFORTUNA per le persone buone, un qualcosa di magico, senza età e senza tempo.

 

Nell’immagine: “L’Araba Fenice” di Laura Montanari,
copertina dell’ultimo romanzo di Valter Giraudo, Edizioni Miele



mercoledì 19 settembre 2012

Breve storiella buddista




Breve storiella Buddista

Un giorno Hui-k'o si presentò a Bodhidharma e gli disse: "La mia anima è tormentata: ti prego, dalle pace!"
"Portami qui la tua anima e io le darò pace."
"Come faccio? Quando la cerco, non la trovo."
"Allora è già in pace."
 
 
Commento: Anche l'idea di "anima" è un prodotto della mente, e così quella di ego. Il problema è che noi finiamo per credere reali le semplici immagini simboliche, e su di queste costruiamo interi sistemi filosofici che incidono pesantemente sulla nostra vita. Il discepolo di Bodhidharma si era costruito una "storia" sulla propria "anima tormentata", e in base a questa fantasia soffriva realmente. Ma, quando il maestro gli fece notare la sostanziale irrealtà di quella idea, ecco che anche i tormenti mentali gli apparvero di colpo inconsistenti. Impariamo a constatare come gran parte delle nostre sofferenze sia un prodotto della mente. Cerchiamo di dare un'occhiata al di là di questa immaginazione mentale che ama la contrapposizione. Anziché essere vittime di ciò che pensiamo, diventiamone i padroni.




martedì 18 settembre 2012

Ecco il nuovo booktrailer del mio ultimo libro

Eccovi il nuovissimo booktrailer per il libro
L'Araba Fenice
che uscirà a novembre
per Edizioni Miele.
Copertina e illustrazioni di Laura Montanari.

Buona visione!!!




domenica 16 settembre 2012

Blog dello scrittore Valter Giraudo




Benvenuti nel blog dello scrittore Valter Giraudo.
Qui troverete alcuni racconti, delle poesie,
degli "stralci" dei miei libri.

Il mio sito è 

e la mia pagina Facebook è

venerdì 14 settembre 2012

Tutto può succedere...

 
TUTTO PUO' SUCCEDERE

 
Oggi c'è umidità. Piove, e tutto il paesaggio circostante è tinto di grigio per via della foschia e della nebbiolina che aleggia tutto intorno. I cantieri sono chiusi, nessuno lavora all'aperto quando piove.
E io sono qui alla fermata dell'autobus, senza un riparo, senza un ombrello. Il mio zaino è già fradicio, e scommetto che anche tutti i libri sono già belli bagnati, con gli angoli rovinati.
Tiro su col naso. Oltre a piovere, fa anche freddo, e il cielo plumbeo non porta certo allegria, anzi, amplifica il mio malumore.
Finalmente arriva l'autobus che mi porterà a casa. Appena si ferma mi fiondo dentro, all'asciutto, bramoso di un riparo e un po’ di tepore.
Mi guardo in giro, alla ricerca di un posto libero vicino a qualcuno che conosco. Trovo Alì tutto solo, seduto nei posti da quattro. Mi affretto a sedermi vicino a lui. Oggi ha una brutta cera, e la cosa non mi tira certo su il morale.
"Ciao, come va?" - gli chiedo, stancamente, cercando di imitare il suo stato d'animo.
Lui fa spallucce, poi dice: "Niente di nuovo, un giorno uguale agli altri..."
"Come al solito." – replico io.
Guardo fuori dal finestrino, poi gli dico, senza guardarlo: "Domani, se non sbaglio, esci alle due, perciò non ci vediamo."
Lui non mi risponde e sbadiglia.
"Sonno?" gli chiedo.
"Sì, ma non fa niente. Tanto non dormirò più, non soffrirò più, anzi sarò un eroe."
"Che cav..." – tento di esclamare. Ma non riesco a finire la frase. Alì apre il giubbotto, rivelando una fila di candelotti di dinamite, e preme un pulsante.
L'ultimo fotogramma che il mio cervello percepisce è una luce al centro del corpo di Alì, e i suoi  pezzi che si separano e schizzano ovunque, insieme ai resti del bus e di tutti i suoi passeggeri, me compreso.


 

Valter Giraudo

 



giovedì 13 settembre 2012

CAROTA, UOVA O CAFFE'?




CAROTA, UOVA O CAFFE'?

Una figlia si lamentava con suo padre circa la sua vita e di come le cose le risultavano tanto difficili. Non sapeva come fare per proseguire e credeva di darsi per vinta. Era stanca di lottare. Sembrava che quando risolveva un problema, ne apparisse un altro.
Suo padre, uno chef di cucina, la portò al suo posto di lavoro. Lì riempì tre pentole con acqua e le pose sul fuoco. Quando l'acqua delle tre pentole stava bollendo, in una collocò carote, in un'altra collocò uova e nell'ultima collocò grani di caffè. Lasciò bollire l'acqua senza dire parola.
La figlia aspettò impazientemente, domandandosi cosa stesse facendo il padre. Dopo venti minuti egli spense il fuoco. Tirò fuori le carote e le collocò in una scodella. Tirò fuori le uova e le collocò in un altro piatto. Finalmente, colò il caffè e lo mise in un terzo recipiente.
Guardando sua figlia, le chiese:
"Cara figlia mia, carote, uova o caffè?"
La fece avvicinare e le chiese che toccasse le carote: ella lo fece e notò che erano soffici.
Le chiese quindi di prendere un uovo e di romperlo: mentre lo tirava fuori dal guscio, osservò l'uovo sodo.
Poi le chiese che provasse il caffè, ed ella sorrise mentre godeva del suo ricco aroma.
Umilmente la figlia domandò:
"Cosa significa questo, padre?"
Egli le spiegò che i tre elementi avevano affrontato la stessa avversità, "l'acqua bollente", ma avevano reagito in maniera differente. La carota arrivò all'acqua forte, dura, superba; ma dopo avere passato per l'acqua, bollendo era diventata debole, facile da disfare. L'uovo era arrivato all'acqua fragile, il suo guscio fine proteggeva il suo interno molle, ma dopo essere stato in acqua, bollendo, il suo interno si era indurito. Invece, i grani di caffè, erano unici: dopo essere stati in acqua, bollendo, avevano cambiato l'acqua.
"Quale sei tu, figlia?", le chiese.

"Quando l'avversità suona alla tua porta, come rispondi?
Sei una carota che sembra forte, ma quando l'avversità ed il dolore ti toccano, diventi debole e perdi la tua forza?
Sei un uovo che comincia con un cuore malleabile e buono di spirito, ma che dopo una morte, una separazione, un licenziamento, una pietra durante il tragitto diventa duro e rigido?
Esternamente ti vedi uguale, ma sei amareggiata ed aspra, con uno spirito ed un cuore indurito?
O sei come un grano di caffè? Il caffè cambia l'acqua, l'elemento che gli causa dolore. Quando l'acqua arriva al punto di ebollizione, il caffè raggiunge il suo miglior sapore. Se sei come il grano di caffè, quando le cose si mettono peggio, tu reagisci in forma positiva, senza lasciarti vincere, e fai si che le cose che ti succedono migliorino, che esista sempre una luce che illumina la tua strada davanti all'avversità e quella della gente che ti circonda. Per questo motivo non mancare mai di diffondere con la tua forza e positività il dolce aroma del caffè!".




mercoledì 12 settembre 2012

Per Laura (Amore eterno)



Per Laura (Amore eterno)

  
Disegnerò i tuoi occhi con inchiostro indelebile
per non dimenticarli mai.
Farò in modo che ogni gioco di luce
mi ricordi
il tuo sguardo su di me.
Nello stesso modo disegnerò la tua bocca,
perché ogni fiore che sboccia
mi ricordi il tuo sorriso.
Continuerò con le tue mani,
affinché, ogni cosa che sfioro,
mi ricordi le tue carezze.
Non tralascerò le parole,
che scriverò con inchiostro rosso,
perché mi ricordino
i tuoi sogni.
Infine disegnerò
il tuo cuore nel mio,
perché mi ricordino insieme
che l’amore, quello vero,
quello che ci unisce,
non muore MAI.
 
Valter Giraudo
 
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1° PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA
"CITTA' DI TORVAIANICA" 2009-2010
Edizioni Stravagario
 
4° classificato:  Valter Giraudo con le poesie “Per Laura (Amore eterno)” e “Ai miei figli”



La vera forza la trovi in te



La vera forza la trovi in te, nessuno te la può dare.

La forza di lasciar andare, la forza di dimenticare, la forza di vivere, la forza di continuar a lottare, la forza di sorridere anche quando non hai voglia di farlo, anche quando qualcuno vorrà portartela via.
Vinci la tua battaglia ma non su gli altri, su te stesso: è la battaglia della tua vita.
Trova il sole dentro di te, in modo che tu possa risplendere ogni volta che la pioggia vorrà bagnare il tuo sorriso e oscurare la tua anima.
Sii forte, sempre!

 


martedì 11 settembre 2012

Sogno



 
Sogno
 
Se uno sogna  da solo
è solo un sogno
che svanirà al risveglio.
Ma se molti sognano insieme
sarà l’inizio di una nuova realtà.
 
Valter Giraudo
 
 
The Dream

If one dreams alone
is only a dream

that vanish on waking.
But while many dream together
will be the beginning of a new reality.
 
Valter Giraudo
 



lunedì 10 settembre 2012

Scrittore è ...



Scrittore è chi offre alla gente parole di coraggio e speranza, cercando una prospettiva - un gradino più in giù o più in su - che renda tangibili le realtà spirituali costanti nelle nostre vite.

Lo spirito artistico si ritrova in ogni impresa umana. Può vibrare nel cuore di chiunque sia impegnato alla scoperta di qualche verità o nella realizzazione di qualunque opera artistica.

Quando lo spirito artistico e poetico vive tra noi, anche gli oggetti non appaiono come semplici cose, e i nostri occhi vengono attratti verso una realtà spirituale più intima. Un fiore non è solo un fiore. La luna non è solo un ammasso di materia che vaga nel cielo. Guardando intensamente un fiore o la luna possiamo percepire con l'intuito l'indescrivibile legame che ci lega al mondo.