lunedì 25 febbraio 2013



Titolo: Gin-ecologia
Autore: Valter Giraudo
Editore: Miele Edizioni
Pagg.: 106, illustrato
Prezzo: € 11,50 (*)

Illustrazioni di Laura Montanari

IL LIBRO

Una donna ben informata è in grado di vivere meglio le differenti fasi della vita, con naturalezza, senza sentirsi malata, ma soprattutto senza rinunciare a prendersi cura della propria salute.

La motivazione principale che ha spinto l’autore a realizzare questo libro è stata quella di fornire una guida per migliorare la qualità della vita di ogni donna, attraverso la condivisione della conoscenza.

E perché mai la medicina naturale?

Perché vuol dire dare fiducia al proprio corpo, saper attendere, accogliere la sfida di volersi conoscere e ascoltare i segni, accettare che il sintomo sia un segnale. Proprio così: ogni sintomo è un segnale luminoso e spegnerlo può essere più pericoloso che accettare di comprenderlo.

UN LIBRO PER CREARE VALORE

Ebbene sì: la cultura può, anzi dovrebbe creare valore, e questo è uno degli obiettivi di quest’opera letteraria.

Ecco perché l’Autore e l’Editore hanno deciso di devolvere parte dei proventi derivanti dalla vendita di questo libro all’Associazione “La Camelia Blu”, affinchè la ”fiaba” della vita acquisti un valore vero e affinché la dignità della vita diventi un diritto di tutti.

(*) Per ogni libro venduto, verrà donato 1 euro all’Associazione.

 


Parte dei proventi saranno devoluti all’Associazione

“La Camelia Blu”

giovedì 14 febbraio 2013

L’angoscia dell’imprevedibile - articolo



Ovunque si parla di precarietà. Il lavoro è precario, quindi il futuro è precario. E senza certezze la vita appare impossibile da vivere. Sono difatti molti i giovani spaventati dalla precarietà e dalla piena appartenenza a questa “generazione senza futuro”.
Credo che in nessun’altra epoca come nel dopoguerra in Occidente si sia posseduta tanta ricchezza, tanta stabilità, tanta certezza del futuro. Mai era esistita una vita così blindata e sicura come quella dei nostri padri, unici detentori di un lavoro fisso e della certezza che la loro vecchiaia sarebbe stata certamente più prospera della loro giovinezza.
Il futuro, prima di loro, non era certo, se non per pochi eletti. I nostri nonni hanno visto una guerra e patito la fame, quella vera. Non andavano in vacanza, non avevano la seconda casa, e un cappotto se lo potevano permettere forse ogni dieci anni. E ancora prima i loro genitori, e i loro nonni: tutte generazioni vissute in momenti politicamente di certo più instabili di oggi, e in cui mancavano molte delle garanzie sociali che oggi, pur con tutti i loro limiti e imperfezioni, tuttavia esistono (diritto alla sanità, all’istruzione, ecc.).
Non sarà allora che ci si sta concentrando sulla mancanza di un qualcosa che oggi viene visto come imprescindibile, ma che invece è stato un’eccezione nella storia dell’uomo e non la regola?
Tutti i nostri bisogni sono allora reali o indotti da una società che falsa la realtà?
Forse il panorama attuale è l’esito di una società che non può più vivere senza consumare tanto, e che probabilmente ha uno stile di vita pieno di pretese che erode più ricchezza di quanta non ne produca.
La questione è immensa e piena di sottoinsiemi che potremmo discutere per giorni. Tuttavia mi preme l’urgenza di un interrogativo forse troppo astratto per poter essere interessante. Mi domando se questo chiedere oggi a gran voce certezze per il futuro non sia uno snaturare l’essenza della vita umana. Non sia che l’ennesimo tentativo di sconfiggere l’ignoto, e la morte che ne è l’essenza.
Cosa si nasconde allora dietro la richiesta a gran voce di certezze per il futuro? Probabilmente si nasconde uno dei motivi più antichi e primordiali dell’umanità che è l’angoscia dell’imprevedibile, per difendersi dalla quale, gli uomini hanno inventato, tappa dopo tappa, quella che noi oggi chiamiamo “civiltà”, che dunque non è altro che un rimedio all’angoscia.
Perché gli uomini si sono adunati in comunità regolate da precetti e divieti, se non per sentirsi, almeno all’interno della comunità, protetti dall’imprevedibile?
Perché hanno inventato le religioni se non per un bisogno di protezione e fiducia in una Provvidenza?
E infine, perché si sono applicati all’astronomia, e poi alla filosofia, per approdare da ultimo alla scienza?
A proposito di quest’ultima Nietzsche scrive: “Quello di cercar la regola è il primo istinto di chi conosce, mentre naturalmente per il fatto che sia trovata la regola, niente ancora è conosciuto. Eppure vogliamo la regola, perché essa toglie al mondo il suo aspetto pauroso. La paura dell’incalcolabile come istinto segreto della scienza”.
L’angoscia per tutto ciò che sfugge alla previsione, alla regola, al calcolo, se non si fossero trovati rimedi, avrebbe determinato la rapida estinzione dell’esperimento umano. Perché è la morte, massimamente certa e massimamente imprevedibile, il vero sigillo della nostra precarietà.


martedì 12 febbraio 2013

Il Budda sono io - libro




Titolo: Il Budda sono io

Autore: Valter Giraudo
Editore: Edizioni Miele
Copertina e illustrazioni di Laura Montanari

Prezzo:  € 6,50
tascabile 11x16 – 96 pagg

 


 

IL LIBRO


Il Budda sono io


Incontro con il Buddismo di Nichiren Daishonin

 

...perchè una realtà non ci fu data e non c'è:

dobbiamo costruircela noi, se vogliamo essere;

e non sarà mai una per sempre,

ma continuamente e infinitamente mutabile...


In questo breve e semplice libro, l’autore si rivolge soprattutto ai neofiti e a tutti quelli che sono incuriositi dal Buddismo e vi si avvicinano per la prima volta.
L’intento è quello di tramettere la forza per mantenere sempre viva in ognuno di noi la “speranza”, che è estremamente importante poiché aumenta la qualità della vita. La speranza ci fa vivere ogni istante della quotidianità con spirito fiducioso, cogliendo gli aspetti positivi di ciò che ci succede e maturando nel tempo la convinzione che la vita stessa non ci metterà mai di fronte a ostacoli che non siamo in grado di superare o di sofferenze che non possiamo trasformare.


venerdì 8 febbraio 2013

Fiabe Buddiste

 
Titolo: Fiabe Buddiste
Autore: Valter Giraudo
Editore: Miele Edizioni
Pagg.: 120
Prezzo: €11,50 (*)
Illustrazioni di Laura Montanari

IL LIBRO


«C’era una volta ...».
Una frase magica… vecchia come il mondo, ma ancora capace di scatenare intense emozioni…
Appena si pronuncia, d’improvviso regna il silenzio e viene catturata l’attenzione anche dei più distratti.
I racconti sono come una calamita che attrae irresistibilmente l’attenzione degli ascoltatori.
Questo è vero anche nel Buddismo.
Il Budda usava infatti le parabole come espedienti per illustrare princìpi molto profondi e difficili in modo semplice e diretto. Si trattava di storie che avevano il potere di coinvolgere non solo l’intelletto ma anche le emozioni, i sentimenti. Perché per cogliere l’essenza dell’insegnamento buddista non basta la ragione ma è importante il cuore.

UN LIBRO PER CREARE VALORE

Ebbene sì: la cultura può, anzi dovrebbe creare valore, e questo è uno degli obiettivi di quest’opera letteraria.

Ecco perché l’Autore e l’Editore hanno deciso di devolvere parte dei proventi derivanti dalla vendita di questo libro all’Associazione “Verità per Denis”, affinchè la ”fiaba” della vita acquisti un valore vero e affinché la vera giustizia diventi un diritto di tutti.
(*) Per ogni libro venduto, verrà donato 1 euro all’Associazione.

 


lunedì 4 febbraio 2013

7° comandamento: non rubare

Nel corso dei secoli il settimo comandamento non è stato messo troppo in pratica.  Molti uomini - “abbagliati” dal desiderio di incrementare le proprie ricchezze personali - non hanno esitato a usare le ricchezze comuni come se fossero proprie,  a “utilizzare” le persone come se fossero cose, a inquinare e a distruggere il “bene comune” della natura...
Il settimo comandamento: Non rubare, proibisce di prendere e di ritenere ingiustamente la roba altrui e di recar danno al prossimo in qualunque altro modo. Proibisce anzitutto il furto, che è l’usurpazione del bene altrui contro la ragionevole volontà del proprietario. Ciò si verifica anche nel lavoro: pagare salari ingiusti; speculare sul valore dei beni per trarre vantaggio a danno di altri; contraffare assegni o fatture. Proibisce inoltre di commettere frodi fiscali o commerciali, di arrecare volontariamente un danno alle proprietà private o pubbliche.
Proibisce anche l’usura, la corruzione, l’abuso privato di beni sociali, i lavori colpevolmente male eseguiti, lo sperpero.
Il settimo Comandamento prescrive il rispetto dei beni altrui, attraverso la pratica della giustizia e della carità, della temperanza e della solidarietà. In particolare, esige il rispetto delle promesse fatte e dei contratti stipulati; la riparazione dell’ingiustizia commessa e la restituzione del maltolto; il rispetto dell’integrità della creazione mediante l’uso prudente e moderato delle risorse minerali, vegetali e animali che sono nell’universo, con speciale attenzione verso le specie minacciate di estinzione.
 

by Valterinik