Sappiamo che la terra è rotonda. Ma la nostra percezione quotidiana ci dice che è piatta. Sappiamo che l’orizzonte è limitato, che occorre salire più in alto per vedere più lontano. Ma troppo spesso ci dimentichiamo di farlo nelle prospettive del pensiero e della curiosità. Restiamo chiusi, senza neppure rendercene conto, nell’orizzonte ristretto del nostro punto di vista e del nostro piccolo cerchio di abitudini.
Gli studi sulla percezione ci dicono che vediamo le cose in modo molto diverso non solo dalla cima di una montagna rispetto al fondovalle, ma anche stando in piedi o seduti – o spostandoci di pochi metri. E che lo stesso oggetto, lo stesso disegno o grafico, può avere diverse interpretazioni secondo l’atteggiamento mentale con cui lo guardiamo.
Di fronte
ad uno stesso evento ognuno di noi assume un atteggiamento diverso a seconda
del modo in cui percepisce la situazione, proprio come capita ai 3 spaccapietre
nella storia che segue:
“Durante
il suo lungo cammino per raggiungere un lontano santuario, un pellegrino si
imbatté in un’enorme cava dove alcuni uomini stavano scolpendo dei grossi
blocchi di pietra. Gli uomini erano tutti sudati, pieni di polvere e
visibilmente affaticati.
Il
pellegrino si avvicinò al primo uomo che batteva con fatica il martello sulla
pietra e gli chiese: “Che cosa stai facendo?”.
L’uomo molto irritato gli rispose: “Non lo vedi? Sto
martellando a fatica questa stupida roccia e non vedo l’ora di finire questo
maledetto lavoro per tornarmene a casa”.
Più
il là c’era un secondo spaccapietre ed il pellegrino gli rivolse la stessa
domanda: “Cosa stai facendo?”. L’uomo che sembrava più diligente ed interessato
al suo lavoro rispose: “Sto lavorando questo blocco di pietra per costruire un
muro. E’ un lavoro molto faticoso ma lo faccio per mantenere la mia famiglia”.
Il
pellegrino continuò a camminare e si imbatté in un terzo spaccapietre. Anche
questi era molto stanco e sudato, batteva con fervore il martello sulla pietra
scolpita egregiamente e di tanto in tanto si fermava per ammirare il suo
lavoro. Alla domanda: ”Cosa stai facendo?” l’uomo sorrise e rispose con
orgoglio: “Non vedi? Sto costruendo una cattedrale!” e guardò in alto indicando
la grande costruzione che stava sorgendo sulla cima della montagna.
Tre
uomini, tutti intenti a fare lo stesso lavoro, ma con tre atteggiamenti completamente
diversi.”
Ognuno dei tre spaccapietre, guarda il proprio
lavoro da una prospettiva diversa e di conseguenza assume un diverso
atteggiamento nei confronti di ciò che sta facendo. A seconda della
prospettiva, inoltre, anche la qualità del lavoro è nei tre casi, completamente
differente.
Il primo uomo concentra la propria attenzione
sugli aspetti negativi del lavoro che sta svolgendo ed assume di
conseguenza un atteggiamento negativo di rabbia e frustrazione. Il secondo
uomo, invece, percepisce il proprio lavoro come un mezzo per mantenere la
famiglia e, seppur affaticato, sa che deve farlo e quasi rassegnato cerca di
portarlo avanti con calma e pazienza. Il terzo uomo, al contrario di tutti, ha
una visione completamente diversa di ciò che sta facendo. In questo caso guarda
l’aspetto positivo del suo lavoro, non lo percepisce come un sacrificio
ma come una grande impresa a cui sta dando il suo contributo e per questo cerca
di fare del suo meglio per portarlo a termine egregiamente.
Questo è ciò che accade quotidianamente nella
vita di ognuno di noi. Nel lavoro, nelle relazioni, negli impegni: in qualsiasi
evento o circostanza la nostra personale prospettiva influenza il nostro
atteggiamento ed il nostro stato d’animo.
Ecco perché è importante non fermarsi mai alle
apparenze ma provare a guardare qualcosa sempre da un’angolazione diversa anche
nelle cose che possono sembrarci piccole e banali. Cambiare prospettiva,
dunque, può fare la differenza in molte situazioni anche se a volte ci vuole un
po’ di impegno e tanta fantasia per cercare l’aspetto positivo di qualcosa
piuttosto che soffermarsi sul lato negativo e pessimistico. Anche in questo
caso ci vuole tanta pratica per abituarsi a non vedere soltanto il lato
peggiore delle cose, però possiamo cominciare a provarci già da oggi,
magari pensando ogni volta all’atteggiamento del terzo spaccapietre.
Quando ci troviamo di fronte a qualcosa di
spiacevole come un lavoro faticoso, un collega noioso, una situazione pesante
ecc. abbiamo mille prospettive diverse per guardare la situazione e altrettanti
atteggiamenti diversi per affrontarla. Possiamo mettere in risalto gli
aspetti più sfavorevoli (fatica, perdita di tempo, paura di fallire ecc.) ma
questo ci porterà solo ad accrescere i pensieri negativi e a farci sentire
frustrati, oppure possiamo cominciare a pensare ai lati più positivi della
situazione, a quali insegnamenti possiamo trarre, a cosa ci porterà di buono,
all’obiettivo finale che stiamo per raggiungere.
Diceva Vitaliano Brancati: «Gli sciocchi si
annoiano perché mancano di una qualità estremamente fine: il discernimento.
L’uomo intelligente scopre mille sfumature nello stesso oggetto, intuisce la
diversità profonda di due fatti apparentemente simili. Lo sciocco non
distingue, non discerne. Il potere di cui è orgoglioso è quello di trovare
simili le cose più diverse». (In Diario
romano, Bompiani, 1961).
Questo atteggiamento spiega anche la differenza
tra una persona ottimista ed una pessimista: entrambi guadano la stessa cosa da
due angolazioni diverse (il famoso bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto) e si
comportano di conseguenza.
Il mio consiglio, quindi, è quello di tenere
la mente sempre aperta, di non focalizzarsi mai solo su un aspetto, ma di
guardare le cose sempre a 360° cercando la prospettiva migliore per noi.
Se ci limitiamo a guardare il mondo da una finestra, vedremo solo ciò che è di
fronte a noi e non ci accorgeremo mai di ciò che abbiamo intorno. Cambiare
prospettiva può essere molto divertente. Ed è quasi sempre illuminante.
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