Nel corso dei secoli il settimo comandamento non è stato messo
troppo in pratica. Molti uomini -
“abbagliati” dal desiderio di incrementare le proprie ricchezze personali - non
hanno esitato a usare le ricchezze comuni come se fossero proprie, a “utilizzare” le persone come se fossero
cose, a inquinare e a distruggere il “bene comune” della natura...
Il settimo comandamento: Non
rubare, proibisce di prendere e di ritenere ingiustamente la roba
altrui e di recar danno al prossimo in qualunque altro modo. Proibisce
anzitutto il furto, che è l’usurpazione del bene altrui contro la ragionevole
volontà del proprietario. Ciò si verifica anche nel lavoro: pagare salari
ingiusti; speculare sul valore dei beni per trarre vantaggio a danno di altri;
contraffare assegni o fatture. Proibisce inoltre di commettere frodi fiscali o
commerciali, di arrecare volontariamente un danno alle proprietà private o
pubbliche.
Proibisce anche l’usura, la corruzione, l’abuso privato di beni
sociali, i lavori colpevolmente male eseguiti, lo sperpero.
Il settimo Comandamento prescrive il rispetto dei beni altrui,
attraverso la pratica della giustizia e della carità, della temperanza e della
solidarietà. In particolare, esige il rispetto delle promesse fatte e dei
contratti stipulati; la riparazione dell’ingiustizia commessa e la restituzione
del maltolto; il rispetto dell’integrità della creazione mediante l’uso
prudente e moderato delle risorse minerali, vegetali e animali che sono
nell’universo, con speciale attenzione verso le specie minacciate di
estinzione.
by Valterinik
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