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« Un altro uccello sacro era la Fenice. Non
l'ho mai vista coi miei occhi, se non in un dipinto, poiché è molto rara e
visita questo paese (così dicono ad Heliopolis) soltanto a intervalli di 500
anni: accompagnata da un volo di tortore, giunge dall'Arabia in occasione
della morte del suo genitore, portando con sé i resti del corpo del padre
imbalsamati in un uovo di mirra, per depositarlo sull'altare del dio del Sole
e bruciarli. Parte del suo piumaggio è color oro brillante, e parte
rosso-regale (il cremisi: un rosso acceso). E per forma e dimensioni
assomiglia più o meno ad un'aquila. »
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« ... si ciba non di frutta o di fiori, ma di
incenso e resine odorose. Dopo aver vissuto 500 anni, con le fronde di una
quercia si costruisce un nido sulla sommità di una palma, ci ammonticchia
cannella, spigonardo e mirra, e ci s'abbandona sopra, morendo, esalando il
suo ultimo respiro fra gli aromi. Dal corpo del genitore esce una giovane
Fenice, destinata a vivere tanto a lungo quanto il suo predecessore. Una
volta cresciuta e divenuta abbastanza forte, solleva dall'albero il nido (la
sua propria culla, ed il sepolcro del genitore), e lo porta alla città di
Heliopolis in Egitto, dove lo deposita nel tempio del Sole. »
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